Partita del Cuore, Sessismo e Crisis Management
Chiara Buondonno
Social Media Manager
Nelle ultime settimane il focus si è rivolto alla polemica riguardante la famosa partita del cuore, l’evento che ogni anno vede scendere in campo diversi artisti della scena italiana che si sfidano in una partita di calcio per finalità benefiche. Il fulcro della questione sono state le accuse di comportamento sessista avanzate da Aurora Leone, membro dei The Jackal e giocatrice della squadra Campioni per la Ricerca, che ha raccontato di essere stata allontana dal tavolo dei giocatori dagli organizzatori dell’evento, perché donna.
In tanti hanno discusso su cosa sia successo e su chi abbia ragione. C’è sempre un nuovo commento o un nuovo sviluppo che riporta l’attenzione alla questione, nonostante siano passate quasi due settimane.
Io, personalmente, ho seguito appassionatamente la vicenda ed i commenti relativi ad essa, e ciò che vorrei discutere è l’aspetto comunicativo delle varie dichiarazioni di direttori, artisti, cantanti e chi più ne ha, più ne metta.
Nonostante io sia donna e per niente appassionata di calcio (vi sconvolgerà sapere che, però ,so cosa sia un fuori gioco) ho deciso di fare la pagellina dei “giocatori”, in stile Corriere dello Sport. Ovviamente ciò che valuto è la gestione della crisi, il contenuto e lo stile delle comunicazioni dei vari player sui vari account social.
Disclaimer necessario: non si sa da che parte sia la ragione riguardo questa spiacevole situazione, lo scopo di quest’articolo è far riflettere sul (generalmente basso) livello di comunicazione, nonostante siano coinvolte grandi personalità dello spettacolo italiano e un brand importante come quello della Nazionale Cantanti.
Iniziamo!
Aurora Leone:
Aurora ha spiegato ciò che ha vissuto durante la cena della Nazionale Cantanti sulle sue Instagram stories. Ha riportato le tristissime frasi che le sono state rivolte da Pecchini, presidente Nazionale Cantanti e da un altro dirigente di questa, “sei una donna, non puoi stare seduta qui”, “il completino te lo metti in tribuna, da quando in qua le donne giocano”. Ha poi sottolineato la bontà e le scuse ricevute dal presidente della fondazione piemontese per la lotta contro il cancro, ringraziato Ciro, altro membro dei Jackal lì presente, per averla difesa e supportata. Ha comunicato che entrambi non sarebbero stati presenti alla partita visto l’accaduto e ha concluso le stories ricordando la causa sostenuta dalla partita, sperando non ne sarebbe uscita inficiata, e il numero a cui donare.
Commento Tecnico: Un racconto lucido, senza aggressività, solo tristezza e dispiacere. Una comunicazione magistrale.
Le sue stories sono state precedute da un articolo di Fanpage, testata giornalista del gruppo editoriale Ciaopeople, che gestisce anche i The Jackal.
VOTO: 8
Nazionale Cantanti:
La denuncia social ha avuto fin da subito una grande risonanza mediatica e sul web in tanti hanno richiesto spiegazioni e scuse ufficiali dalla dirigenza della Nazionale Cantanti. Dopo qualche ora è arrivata da questi una risposta sui loro canali social che:
- Elencava nomi di donne che hanno partecipato alle passate edizioni della partita del cuore [non sono omofobo, ho tanti amici gay!]
- Dichiarava che il loro staff è quasi interamente composto da donne [4 su 20 in posizioni manageriali]
- Dichiarava di non aver mai effettuato discriminazioni di sesso, fama, genere musicale, colore della pelle, ecc. [se stiamo parlando di un episodio specifico, perché citare il resto?]
Il comunicato si conclude con: “su una cosa non siamo mai scesi a compromessi [quindi i precedenti erano compromessi?], non possiamo accettare arroganza, minacce, maleducazione e violenza verbale.”
A cosa si riferiscono? Quali minacce? Non lo sappiamo, perché non abbiamo la loro versione dei fatti ma solo un comunicato molto, ma molto debole. Difatti dopo qualche ora è stato cancellato.
Il giorno dopo la Nazionale Cantanti ci ha riprovato con un comunicato stampa ufficiale, in cui (finalmente) si è scusata dell’accaduto e ha comunicato le dimissioni di Gian Luca Pecchini “in attesa di parlare personalmente con Aurora Leone”. Nel comunicato si giustificano anche gli artisti presenti alla cena dicendo che non erano al corrente dell’episodio, dichiarazione in contrasto con il post precedente che parlava di minacce, maleducazione e violenza verbale. Sono forse state sussurrate?
Spicca poi una frase molto triste “ogni 100.000 euro in meno raccolti sono 15 diagnosi in meno e 15 potenziali morti in più” che in tanti, me inclusa, hanno letto come “Aurora, per parlare hai visto quanta gente fai morire? Potevi stare zitta”
Commento Tecnico: Andiamo male. Tra i 20 ruoli manageriali risulta esserci anche quello di addetto alla comunicazione... è questo il risultato? Comunicativamente, le strade da percorrere potevano essere due:
1- Difendersi dalle accuse raccontando la propria versione dei fatti.
2- Chiedere scusa, mostrando di aver capito le accuse e di aver riconosciuto il proprio errore. Magari dichiarando anche l’intento di voler rimediare alla situazione.
Quale strada è stata intrapresa? Boh.
VOTO: 2
Eros Ramazzotti:
Il cantante in un primo momento ha fatto un post su Instagram a difesa di tutti i membri della Nazionale Cantanti, dichiarando di non aver personalmente capito cosa stesse succedendo, ma di aver provato a recuperare la situazione ormai precipitata. Ha aggiunto poi che la Nazionale avrebbe avuto un incontro con Aurora e Ciro, per spiegare meglio la dinamica dello spiacevole episodio e le sue pubbliche scuse sull’accaduto.
Poi arriva la perla: “NOI NON SIAMO SESSISTI né tantomeno RAZZISTI o OMOFOBI” a cui ripetiamo la domanda fatta alla Nazionale Cantanti: che c’entra? Stiamo parlando di un episodio in particolare.
Conclude con uno stupendo, generalissimo e vuotissimo “W le donne che sono parte fondamentale della nostra vita.”
Nel mentre la figlia, Aurora Ramazzotti, che recentemente si era esposta contro il cat calling e altre pratiche sessiste, mostra il suo pieno sostegno ad Aurora.
Il giorno dopo Ramazzotti ritratta e annuncia che non scenderà in campo perché si dissocia dal comportamento della dirigenza.
Commento Tecnico: Amatoriale, confuso. Personalmente ritengo le frasi qualunquistiche evitabili, ma probabilmente ai suoi fan piacciono. Almeno si è ritirato, quindi salvo al novantesimo. Quasi.
VOTO: 5
Enrico Ruggeri
Ruggeri ne ha combinate tantissime, ecco le sue dichiarazioni più “belle”:
- Intervista con TG4
Mostrando il completino di Aurora Leone, ha detto: “se qualcuno la conosce ditele che noi la stiamo aspettando”, perché questo [la ricerca] “è più importante di tutto il resto”.
Ha annunciato poi che sono state fatte delle indagini e allontanate due persone ritenute responsabili, identificati come dei volontari...mentre gli accusati da Aurora sono due dirigenti.
Svalutazione del problema, assenza di scuse, nuovamente colpa additata alla Leone in caso di mancate donazioni.
- Tweet
Su Twitter invece posta questa foto:
Peccato che il centro della questione sia proprio che Aurora, nonostante fosse una giocatrice, sia stata denigrata in quanto donna.
- Post su Facebook
Non contento, continua a parlare dell’argomento con un post su Facebook in cui, almeno, si scusa per “essersi espresso male” nell’intervista con tg4. Racconta di una riunione durata 8 ore per capire il da farsi. Difende a spada tratta Pecchini, che si è sacrificato dando le dimissioni, nella speranza che altri giocatori non abbandonassero il campo dopo l’abbandono di Ramazzotti.
In questo racconto epico dell’eroe che cerca di salvare la partita, per la buonissima causa che sponsorizza, non dimentica di fare l’ennesima dichiarazione infelicissima: “[...]chiamando a dirigere la partita una terna arbitrale femminile (ci piaceva che una donna decidesse e noi fossimo costretti ad ubbidire...)".
Commento Tecnico: Dalle sue dichiarazioni ciò che emerge è ignoranza totale sulla questione. Non ci si può scusare per affermazioni sessiste, esaltando la scelta di arbitri donna perché è bello avere “donne a cui ubbidire”.
Forse si esprime semplicemente male. Molto male. Strano per un cantautore.
VOTO: 2
Sono poi successe altre cose, ci sono tante versioni dell’accaduto. Non si sa se qualcuno abbia esagerato o minimizzato, siamo semplici spettatori del web e non eravamo presenti alla famosa cena….anche se pare di capire che comunque a questa cena nessuno abbia visto niente.
Quello che mi sento di dire è: non è così che si affronta una crisi.
Già prima dei nuovi media la comunicazione svolgeva un ruolo essenziale, nell'aumentare e difendere la reputazione del proprio brand. Adesso che ci sono i social i tempi di risposta si sono necessariamente abbreviati. La comunicazione è istantanea: fare un tweet richiede meno di un minuto, raccontarsi in una stories è quasi instantaneo.
Bisogna essere pronti ad un'eventuale crisi e avere ben chiari i valori del proprio brand, per decidere velocemente quale posizione questo deve prendere.
Può succedere che qualcuno dica la cosa sbagliata, cosa fare se succede? Bisogna formulare la propria dichiarazione. Condividerla prima con qualcuno che ne capisca di comunicazione per evitare gaffe e, appena pronti, rimediare!
E mai cancellare i post: internet non dimentica!